"NEOKANTISMO-METAFISICA"
Neokantismo-Metafisica induttiva
A partire dalla seconda
metà del XIX secolo si assiste a un recupero e a uno sviluppo del pensiero
di Kant.
Le diverse correnti che si richiamano alla filosofia kantiana vengono raggruppate sotto la denominazione di neokantismo; negli anni fra il 1880 e il 1930 esse dominarono la filosofia tedesca.
Fra i primi esponenti sono da ricordare:
- OTTO LIEBMANN, nel cui testo Kant e gli epigoni (1865) ogni capitolo si chiude con la frase: «Quindi è necessario tornare a Kant»;
- FRIEDRICH ALBERT LANGE, la cui Storia del materialismo mette in rapporto Kant con le scienze naturali:
il suo pensiero meccanicistico è necessario (l'a priori kantiano viene interpretato da Lange in senso fisiologico), ma non valido in ambito metafisico.
L'etica sostiene la necessità di un'osservazione del mondo da realizzarsi partendo dal «punto di vista dell'ideale».
La scuola logicistica di Marburgo, con i suoi fondatori Cohen, Natorp, e, successivamente, Cassirer, opera soprattutto in ambito teoretico.
Nella Logica della conoscenza pura, HERMANN COHEN risolve la scissione kantiana fra intelletto e sensibilità a favore del primo: la conoscenza è possibile solo attraverso il puro pensiero.
Egli interpreta Kant partendo dalla frase di quest'ultimo: «che delle cose conosciamo solo l'apriori, che noi stessi poniamo in esse».
Una conoscenza che parta dall'"origine" è possibile solo se l'oggetto della conoscenza viene prodotto dal pensiero stesso.
Ciò accade attraverso un numero infinito di passi.
Cohen definisce costitutivi giudizi che egli divide in quattro classi: quelli delle leggi del pensiero (p. es. contraddizione), della matematica (maggioranza), delle scienze matematiche della natura (legge), e della metodica (p. es. possibilità e necessità).
ERNST CASSIRER vede nel simbolo l'espressione universale dell'attività culturale e creativo-spirituale e ricerca
«un tipo di grammatica della funzione simbolica
in quanto tale, attraverso la quale vengano
no raggruppate e generalmente condeterminate,
le sue espressioni particolari..., così come
ci si presentano nel linguaggio e ,nell'arte, nel
mito e nella religione».
La scuola del Baden (Windelband, Rickert, Lask) concentra la sua attività sullo sviluppo di una filosofia dei valori: WILHELM WINDELBAND considera la filosofia come "scienza critica dei valori di validità generale".
HEINRICH RICKERT elabora un sistema di valori che si basa sulla suddivisione fra il mondo degli oggetti e il mondo dei valori.
Entrambi sono riuniti nel mondo del significato, che si sviluppa «se siamo soggetti che valutano, ovvero soggetti liberi di prendere posizione riguardo ai valori».
Un contributo significativo è quello rappresentato dalla distinzione fra scienza della natura e scienza dello spirito, che avviene in base al metodo: secondo Windelband le scienze della natura sono nomotetiche e ricercano leggi generali, mentre le scienze dello spirito sono idiografiche e indagano sui singoli eventi particolari, in particolar modo quelli di carattere storico.
Rickert parla, riferendosi al primo caso, di generalizzazione, e, al secondo, di individualizzazione.
Lo sviluppo delle scienze naturali verificatosi nel XIX secolo portò al tentativo di rifondare la metafisica induttivamente su basi empiriche.
GUSTAV THEODOR FECHNER (1801-1887) fondò la psicofisica, che rappresenta una fase iniziale della psicologia sperimentale e indaga le corrispondenze reciproche esistenti fra sfera psichica e sfera fisica.
Alla sua base sta l'accettazione di un parallelismo.
Fechner postula l'animazione di eventi fisici non solo negli esseri umani, bensì in ogni forma di esistenza fisica.
In tal senso egli intende la metafisica come complementare alle singole scienze.
Quale scienza della totalità, essa deve generalizzare i singoli risultati conseguiti.
Il suo scopo consiste nel fornire una interpretazione complessiva della realtà.
RUDOLF HERMANN L0TZE (1817-1881) ricerca ugualmente nella filosofia una sintesi delle scienze moderne e un messaggio ideale o religioso.
In Microcosmo, Lotze analizza la posizione dell'essere umano nel mondo; quest'ultimo è da interpretarsi sulla base delle analogie che sussistono in rapporto all'uomo.
A tal fine, egli si serve della distinzione di causalità, senso e scopo e ne ricava un mondo del meccanismo (realtà), uno della verità e uno dei valori.
A questo proposito egli scorge nelle leggi meccaniche della natura solo le condizioni per la realizzazione del bene.
Per quel che riguarda il metodo, egli però collega i risultati metafisici a indagini analitico-descrittive.
Lo psicologismo assume un significato di rilievo verso la fine del secolo soprattutto per il suo contrasto con la fenomenologia precedente.
I suoi esponenti (p. es. Theodor Lipps) vedono nella psicologia e nelle sue leggi la misura di ogni filosofia e in particolar modo della logica.
Tutte le leggi della logica non sono altro che leggi psicologiche.
In tal modo l'atto e l'oggetto del pensiero coincidono.
Le diverse correnti che si richiamano alla filosofia kantiana vengono raggruppate sotto la denominazione di neokantismo; negli anni fra il 1880 e il 1930 esse dominarono la filosofia tedesca.
Fra i primi esponenti sono da ricordare:
- OTTO LIEBMANN, nel cui testo Kant e gli epigoni (1865) ogni capitolo si chiude con la frase: «Quindi è necessario tornare a Kant»;
- FRIEDRICH ALBERT LANGE, la cui Storia del materialismo mette in rapporto Kant con le scienze naturali:
il suo pensiero meccanicistico è necessario (l'a priori kantiano viene interpretato da Lange in senso fisiologico), ma non valido in ambito metafisico.
L'etica sostiene la necessità di un'osservazione del mondo da realizzarsi partendo dal «punto di vista dell'ideale».
La scuola logicistica di Marburgo, con i suoi fondatori Cohen, Natorp, e, successivamente, Cassirer, opera soprattutto in ambito teoretico.
Nella Logica della conoscenza pura, HERMANN COHEN risolve la scissione kantiana fra intelletto e sensibilità a favore del primo: la conoscenza è possibile solo attraverso il puro pensiero.
Egli interpreta Kant partendo dalla frase di quest'ultimo: «che delle cose conosciamo solo l'apriori, che noi stessi poniamo in esse».
Una conoscenza che parta dall'"origine" è possibile solo se l'oggetto della conoscenza viene prodotto dal pensiero stesso.
Ciò accade attraverso un numero infinito di passi.
Cohen definisce costitutivi giudizi che egli divide in quattro classi: quelli delle leggi del pensiero (p. es. contraddizione), della matematica (maggioranza), delle scienze matematiche della natura (legge), e della metodica (p. es. possibilità e necessità).
ERNST CASSIRER vede nel simbolo l'espressione universale dell'attività culturale e creativo-spirituale e ricerca
«un tipo di grammatica della funzione simbolica
in quanto tale, attraverso la quale vengano
no raggruppate e generalmente condeterminate,
le sue espressioni particolari..., così come
ci si presentano nel linguaggio e ,nell'arte, nel
mito e nella religione».
La scuola del Baden (Windelband, Rickert, Lask) concentra la sua attività sullo sviluppo di una filosofia dei valori: WILHELM WINDELBAND considera la filosofia come "scienza critica dei valori di validità generale".
HEINRICH RICKERT elabora un sistema di valori che si basa sulla suddivisione fra il mondo degli oggetti e il mondo dei valori.
Entrambi sono riuniti nel mondo del significato, che si sviluppa «se siamo soggetti che valutano, ovvero soggetti liberi di prendere posizione riguardo ai valori».
Un contributo significativo è quello rappresentato dalla distinzione fra scienza della natura e scienza dello spirito, che avviene in base al metodo: secondo Windelband le scienze della natura sono nomotetiche e ricercano leggi generali, mentre le scienze dello spirito sono idiografiche e indagano sui singoli eventi particolari, in particolar modo quelli di carattere storico.
Rickert parla, riferendosi al primo caso, di generalizzazione, e, al secondo, di individualizzazione.
Lo sviluppo delle scienze naturali verificatosi nel XIX secolo portò al tentativo di rifondare la metafisica induttivamente su basi empiriche.
GUSTAV THEODOR FECHNER (1801-1887) fondò la psicofisica, che rappresenta una fase iniziale della psicologia sperimentale e indaga le corrispondenze reciproche esistenti fra sfera psichica e sfera fisica.
Alla sua base sta l'accettazione di un parallelismo.
Fechner postula l'animazione di eventi fisici non solo negli esseri umani, bensì in ogni forma di esistenza fisica.
In tal senso egli intende la metafisica come complementare alle singole scienze.
Quale scienza della totalità, essa deve generalizzare i singoli risultati conseguiti.
Il suo scopo consiste nel fornire una interpretazione complessiva della realtà.
RUDOLF HERMANN L0TZE (1817-1881) ricerca ugualmente nella filosofia una sintesi delle scienze moderne e un messaggio ideale o religioso.
In Microcosmo, Lotze analizza la posizione dell'essere umano nel mondo; quest'ultimo è da interpretarsi sulla base delle analogie che sussistono in rapporto all'uomo.
A tal fine, egli si serve della distinzione di causalità, senso e scopo e ne ricava un mondo del meccanismo (realtà), uno della verità e uno dei valori.
A questo proposito egli scorge nelle leggi meccaniche della natura solo le condizioni per la realizzazione del bene.
Per quel che riguarda il metodo, egli però collega i risultati metafisici a indagini analitico-descrittive.
Lo psicologismo assume un significato di rilievo verso la fine del secolo soprattutto per il suo contrasto con la fenomenologia precedente.
I suoi esponenti (p. es. Theodor Lipps) vedono nella psicologia e nelle sue leggi la misura di ogni filosofia e in particolar modo della logica.
Tutte le leggi della logica non sono altro che leggi psicologiche.
In tal modo l'atto e l'oggetto del pensiero coincidono.