IDEALISMO TEDESCO
il corso e le conseguenze della rivoluzione francese
costituiscono lo sfondo storico che fu alla base dell'idealismo
tedesco, insieme al dominio napoleonico con le guerre di coalizione,
l'occupazione francese e le guerre di liberazione, il congresso di
Vienna e le sue conseguenze.
In un primo momento, le idee di libertà e
ragione sviluppate dall'Illuminismo sembrano realizzarsi nella
rivoluzione che si assicura il consenso della maggior parte degli
intellettuali tedeschi; quando la rivoluzione si trasforma in Terrore,
l'atmosfera muta completamente.
Favorita da questa situazione, la
coscienza nazionale tedesca perviene a un profondo rinnovamento
(Discorsi alla nazione tedesca di Fichte, scritti nel 1806).
Il sentimento nazionale assume in Germania connotazioni marcatamente
culturali: durante l'epoca classica di Weimar e nell'età del
Romanticismo la letteratura conosce una fioritura notevolissima.
La fondazione dell'Università di Berlino e la riforma educativa di
Wilhelm von Humboldt, le riforme politiche realizzate, sempre a
Berlino, da H. von Stein e da K.A. Hardenberg (l'emancipazione dei
contadini è del 1807) fanno della Prussia uno stato moderno.
Uno degli elementi più importanti del Congresso di Vienna fu la restaurazione,
con la conseguente repressione delle idee liberali.
Immanuel Kant (1724-1804) creò le premesse dell'idealismo tedesco. Il nucleo della
sua ope- ra è costituito dalle tre Critiche; inoltre egli scrisse sui
temi più disparati: il problema dell'Illuminismo, la pedagogia e una
breve opera dal titolo Per la pace perpetua.
Le opere che precedono le Critiche rivelano ancora l'influenza della filosofia scolastica del
suo tempo (p. es. di Leibniz e Wolff).
La sua Storia universale della natura e teoria del cielo (1755) rappresenta il tentativo di costruire
una cosmologia sulla base della meccanica newtoniana.
Hume sveglia Kant «dal suo sonno dogmatico» e Rousseau gli trasmette il dubbio nei
confronti della ragione.
Egli intraprende una critica «della facoltà della ragione in generale, e di conseguenza la decisione intorno alla
possibilità o impossibilità di una metafisica in genere e la
determinazione delle fonti, dell'ambito e dei confini di essa».
Questa indagine viene affrontata nella Critica della ragion pura, alla quale
seguono la Critica della ragion pratica e la Critica del giudizio.
Johann Gottlieb Fichte (1762-1814) si propone di superare il contrasto
insito nella concezione kantiana della "cosa in sé".
Egli considera il Non-io, che si contrappone alla ragione come oggetto di conoscenza,
come "posto" dall'io puro, derivato dalla libera attività dell'Io.
Inizialmente influenzato dal pensiero fichtiano, Friedrich Wilhelm
Joseph Schelling (17751854) si volge successivamente all'elaborazione
di una filosofia della natura.
Il problema dell'unità degli opposti lo porta a concepire una filosofia dell'identità, all'interno della quale
l'Assoluto risolve gli opposti nella loro indifferenza.
Questa posizione indusse Hegel a esprimere la celebre critica: «Questa forma
di sapere, secondo la quale nell'assoluto tutto è identico... oppure
gabellare un suo assoluto per la notte nella quale, come si suol dire,
tutte le vacche sono nere, tutto ciò è l'ingenuità di una coscienza
fatua.» Georg Wiibcfll Friedrich Hegel (1770-1831) si forma presso il
seminario di Tubinga insieme a Schelling e Htilderlin.
Il suo idealismo assoluto segna il culmine e l'esaurirsi del movimento.
Fondamento del sistema speculativo hegeliano è la coscienza che lo
spirito ha di se stesso.
Il sistema di Hegel si compone di un'enorme quantità di materiale, tratto da tutti gli ambiti del sapere:
dall'arte, dalla religione, dal diritto e dalla storia.
Il forte accento posto sulla ragione induce altri filosofi ad assumere una
posizione critica. Johann Georg Hamann (1730-1788) considera i legami
fra linguaggio e ragione e, quindi, la storicità di quest'ultima. Pur
sottolineando marcatamente il valore della sensibilità, egli ritiene
che la fonte ultima della certezza sia da ricercarsi nella fede. Come
Hamann, Friedrich Heinrich Jacobi (1743-1819) vede nella fede
l'accesso immediato alla realtà.
Non è tanto l'attività dell'intelletto a condurre alla conoscenza, quanto il sentimento e la
ragione. Johann Gottfried Herder (1744-1803) considera l'uomo «il
primo liberto della creazione».
La sua condizione di libertà e il suo cosmopolitismo gli consentono di creare la sua propria natura ma
comportano, al tempo stesso, la necessità di acquisire l'Umanità
attraverso l'educazione.
La posizione particolare occupata dall'uomo è dovuta soprattutto al linguaggio. lo strumento della formazione della
sua coscienza Nelle sie Idee per la filosofia della storia
dell'umanità egli individua lo sviluppo dell'uomo nella crescita
organica verso l'Umanità.