"SCIENZE DELLA NATURA"
Scienze della natura
Uno degli esiti più
significativi del primo periodo
dell'Età moderna fu l'elaborazione di un
nuovo concetto di scienza, fondato su una
coscienza scientifica del metodo.
Ragione ed esperienza sono i soli fondamenti della vera conoscenza.
L'emancipazione dalla subordinazione alle autorità precostituite, alla filosofia della natura di Aristotele in primo luogo, e lo sviluppo di un metodo impostato sul quantificabile modificarono in modo fondamentale l'immagine del cosmo e della natura.
Il polacco NICCOLO COPERNICO (1473-1543) può essere considerato la figura simbolo della svolta moderna.
Nella sua opera De revolutionibus orbium coelestium, egli sostituì alla concezione geocentrica elaborata da Tolomeo (II sec.) e ritenuta valida sino ad allora, che considerava la terra centro immobile dell'universo, il sistema eliocentrico, secondo il quale il sole è la stella centrale intorno alla quale la terra ruota; si tratta di un passo fondamentale dalla chiusa concezione medievale del cosmo a un'immagine di esso aperta e dinamica.
Il tedesco GIOVANNI KEPLERO (1571-1630) sviluppò ulteriormente il metodo rivolto a una conoscenza quantitativa della natura.
Le sue leggi sul movimento dei pianeti, basate su calcoli dettagliati, corressero quanto di errato era rimasto nelle ipotesi copernicane.
Di importanza rilevante è il collegamento operato da Keplero fra descrizioni matematiche e dinamiche (fisiche) in astronomia.
GALILE0 GALILEI (1564-1649) acquistò fama a causa delle leggi da lui elaborate sulla caduta dei gravi e il movimento e per l'essersi schierato a favore delle tesi copernicane.
Secondo Galilei l'essenza della realtà è determinata da rapporti numerici.
Solo chi è in grado di leggere e riassumere in leggi i segni matematici perviene a una conoscenza oggettiva.
«Il libro della natura è scritto in linguaggio
matematico, e i caratteri sono triangoli,
cerchi e altre figure geometriche.»
La conoscenza scientifica si consegue tramite il contributo, in egual proporzione, della ragione e dell'osservazione.
Elementi distintivi del suo metodo sono:
- la scomposizione di ciò che deve essere descritto in elementi di base
(analisi dei fenomi);
- formulazione delle ipotesi;
- La verifica sulla base di esperimenti progettati;
- deduzione di proposizioni conseguenti;
- enunciazione di leggi naturali formulate matematicamente.
Di importanza fondamentale per la conceziore moderna della scienza è il superamento del concetto di essenza attraverso il concetto di funzione.
La concentrazione su quanto è misurabile quantitativamente e descrivibile tramite connessioni di leggi, prescindendo dalla determinazione dell'essenza delle cose, rende possibile il progresso delle scienze della natura.
Secondo l'inglese FRANCESCO BACONE (1561- 1626) lo scopo della scienza consiste nel conseguire il dominio sulla natura ai fini del benessere della società.
Sapere è potere.
Pertanto, Bacone individua il suo compito nella sistematizzazione e nella descrizione di tutte le scienze.
La loro classificazione è organizzata in base alle facoltà umane:
- memoria: storia;
- fantasia: poesia;
- intelletto: filosofia.
Scienza somma è la prima philosophia, che ha per oggetto l'indagine dei fondamenti comuni alle diverse scienze.
Per conseguire una vera comprensione della natura delle cose l'uomo deve, innazituto, liberarsi da ogni forma di pregiudizio, che ostacola la conoscenza oggettiva.
Conoscenza è descrizione vera della natura al di là di rappresentazioni fuorvianti.
Questi pregiudizi, di cui Bacone scrive nel suo Novum Organum, vengono definiti idòla e distinti in quattro tipi:
- idòla tribus (idoli della tribù);
essi provengono dalla natura del genere umano, in quanto la ragione e i sensi possono cogliere la realtà solo sulla base di parametri umani; la ragione è uno specchio non piano, che tende a mescolare la sua propria natura con quella delle cose e, conseguentemente, a distorcere queste ultime;
- idòla specus (idoli della caverna);
sono nell'individuo stesso e dipendono dal carattere, dall'educazione, dalle abitudini, e dalle inclinazioni del singolo;
- idòla fori (idoli del mercato);
il linguaggio stesso ci induce all'errore tramite un'errata attribuzione di significati;
- idòla theatri;
si tratta di errori che vengono tramandati attraverso le dottrine delle scuole dei filosofi in base all'uso di insensati metodi di argomentazione e della mera invenzione di teorie.
Al contrario, il metodo corretto per pervenire alla conoscenza del vero e liberarsi da questi idoli, è l'induzione.
Questo procedimento metodico-sperimentale prende avvio dalla raccolta e dal confronto di osservazioni, per poi cogliere le forme universali della natura passando a successive generalizzazioni.
Ragione ed esperienza sono i soli fondamenti della vera conoscenza.
L'emancipazione dalla subordinazione alle autorità precostituite, alla filosofia della natura di Aristotele in primo luogo, e lo sviluppo di un metodo impostato sul quantificabile modificarono in modo fondamentale l'immagine del cosmo e della natura.
Il polacco NICCOLO COPERNICO (1473-1543) può essere considerato la figura simbolo della svolta moderna.
Nella sua opera De revolutionibus orbium coelestium, egli sostituì alla concezione geocentrica elaborata da Tolomeo (II sec.) e ritenuta valida sino ad allora, che considerava la terra centro immobile dell'universo, il sistema eliocentrico, secondo il quale il sole è la stella centrale intorno alla quale la terra ruota; si tratta di un passo fondamentale dalla chiusa concezione medievale del cosmo a un'immagine di esso aperta e dinamica.
Il tedesco GIOVANNI KEPLERO (1571-1630) sviluppò ulteriormente il metodo rivolto a una conoscenza quantitativa della natura.
Le sue leggi sul movimento dei pianeti, basate su calcoli dettagliati, corressero quanto di errato era rimasto nelle ipotesi copernicane.
Di importanza rilevante è il collegamento operato da Keplero fra descrizioni matematiche e dinamiche (fisiche) in astronomia.
GALILE0 GALILEI (1564-1649) acquistò fama a causa delle leggi da lui elaborate sulla caduta dei gravi e il movimento e per l'essersi schierato a favore delle tesi copernicane.
Secondo Galilei l'essenza della realtà è determinata da rapporti numerici.
Solo chi è in grado di leggere e riassumere in leggi i segni matematici perviene a una conoscenza oggettiva.
«Il libro della natura è scritto in linguaggio
matematico, e i caratteri sono triangoli,
cerchi e altre figure geometriche.»
La conoscenza scientifica si consegue tramite il contributo, in egual proporzione, della ragione e dell'osservazione.
Elementi distintivi del suo metodo sono:
- la scomposizione di ciò che deve essere descritto in elementi di base
(analisi dei fenomi);
- formulazione delle ipotesi;
- La verifica sulla base di esperimenti progettati;
- deduzione di proposizioni conseguenti;
- enunciazione di leggi naturali formulate matematicamente.
Di importanza fondamentale per la conceziore moderna della scienza è il superamento del concetto di essenza attraverso il concetto di funzione.
La concentrazione su quanto è misurabile quantitativamente e descrivibile tramite connessioni di leggi, prescindendo dalla determinazione dell'essenza delle cose, rende possibile il progresso delle scienze della natura.
Secondo l'inglese FRANCESCO BACONE (1561- 1626) lo scopo della scienza consiste nel conseguire il dominio sulla natura ai fini del benessere della società.
Sapere è potere.
Pertanto, Bacone individua il suo compito nella sistematizzazione e nella descrizione di tutte le scienze.
La loro classificazione è organizzata in base alle facoltà umane:
- memoria: storia;
- fantasia: poesia;
- intelletto: filosofia.
Scienza somma è la prima philosophia, che ha per oggetto l'indagine dei fondamenti comuni alle diverse scienze.
Per conseguire una vera comprensione della natura delle cose l'uomo deve, innazituto, liberarsi da ogni forma di pregiudizio, che ostacola la conoscenza oggettiva.
Conoscenza è descrizione vera della natura al di là di rappresentazioni fuorvianti.
Questi pregiudizi, di cui Bacone scrive nel suo Novum Organum, vengono definiti idòla e distinti in quattro tipi:
- idòla tribus (idoli della tribù);
essi provengono dalla natura del genere umano, in quanto la ragione e i sensi possono cogliere la realtà solo sulla base di parametri umani; la ragione è uno specchio non piano, che tende a mescolare la sua propria natura con quella delle cose e, conseguentemente, a distorcere queste ultime;
- idòla specus (idoli della caverna);
sono nell'individuo stesso e dipendono dal carattere, dall'educazione, dalle abitudini, e dalle inclinazioni del singolo;
- idòla fori (idoli del mercato);
il linguaggio stesso ci induce all'errore tramite un'errata attribuzione di significati;
- idòla theatri;
si tratta di errori che vengono tramandati attraverso le dottrine delle scuole dei filosofi in base all'uso di insensati metodi di argomentazione e della mera invenzione di teorie.
Al contrario, il metodo corretto per pervenire alla conoscenza del vero e liberarsi da questi idoli, è l'induzione.
Questo procedimento metodico-sperimentale prende avvio dalla raccolta e dal confronto di osservazioni, per poi cogliere le forme universali della natura passando a successive generalizzazioni.