ILLUMINISMO
dal punto di vista storico-culturale, come l'età dell'Illuminismo.
Una definizione
classica di Illuminismo è quella data da Immanuel Kant (1783):
«L'Illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli
deve a se stesso. Minorità è l'incapacità di valersi del proprio
intelletto senza la guida di un altro.»
L'Illuminismo è quindi
determinato dall'uso della ragione e dal contributo autonomo
dell'individuo raziocinante. Di conseguenza, ulteriori caratteristiche
dell'Illuminismo sono il distacco dalla tradizione e dall'autorità,
una grande considerazione per la libertà e la valutazione positiva
della capacità di dare una soluzione razionale a ogni interrogativo.
Questa nuova impostazione viene portata avanti in due ambiti diversi:
- il razionalismo (sviluppatosi in particolar modo in Francia e in
Germania): i suoi esponenti più rappresentativi considerano possibile
pervenire alla conoscenza della struttura del reale attraverso puri
principi razionali L'ordinamento logico del mondo consente di cogliere
la realtà in modo deduttivo.
A modello viene eletto il procedimento
matematico consistente nel desumere da pochi, evidenti assiomi. La
realtà è costituita da due (Cartesio), una (Spinoza) o molte (Leibniz)
sostanze ed è interamente organizzata da Dio. - l'empirismo (diffusosi
soprattutto in Gran Bretagna e, più tardi, anche in Francia come
materialismo): a partire da Francesco Bacone attraverso
Hobbes, Locke, Berkeley sino a Hume, l'empirismo individua il
fondamento della conoscenza nell'esperienza ( sensibile).
Reali sono
esclusivamente singoli oggetti e fenomeni ai quali è possibile dare un
ordine e trarne conclusioni induttive attraverso un uso corretto della
ragione. Questa impostazione ebbe efficacia in primo luogo perché
portò al sorgere delle scienze naturali e all'accentuazione del
rilievo dato al singolo individuo nella filosofia del diritto e dello
stato.
Molti filosofi dell'Illuminismo diedero contributi di rilievo
anche in altri campi del sapere come la matematica, la fisica, la
politica e la diplomazia.
L'atteggiamento scettico verso la tradizione
e l'autorità costituita indusse ad assumere una posizione di critica
nei confronti della religione: la verifica attraverso la ragione ha lo
scopo di estirpare da essa la "superstizione" e sostituirla con una
forma di religiosità più razionale.
Gli illuministi attribuiscono
grande va- lore alla tolleranza fra le diverse comunità religiose. Una
manifestazione tipica è il deismo: Dio ha creato il mondo in modo
perfetto, ma successivamente non interviene a modificarlo.
L'uso della
matematica e il metodo dell'osservazione provocarono una rivoluzione
nell'ambito delle scienze della natura.
Esemplare, a questo riguardo,
fu l'opera di Newton; la sua meccanica (1687) è un'ampia descrizione
in termini quantitativi della natura, organizzata in !nodo rigidamente
causale e senza il ricorso a ipotesi superflue.
L'epoca
dell'Illuminismo è segnata da un notevole numero di scoperte
scientifiche. La coscienza del conseguimento di un graduale dominio
della natura induce a nitrire fede nel progresso.
In ambito sociale,
l'epoca è caratterizzata dal sorgere, favorito dallo sviluppo
economico, della borghesia.
Questo processo è accompa- gnato dal
liberalismo, teoria economica che propugna la libera professione e il
libero commercio e trova il suo fondamento filosofico nel diritto del
singolo in rapporto allo stato e ai suoi simili.
In Inghilterra
vengono elaborati importanti testi di diritto, che garantiscono queste
libertà, come, per esempio, l'Habeas corpus (1679) e il Bill of Rights
(1689).
Risultati di rilievo nell'ambito della filosofia del diritto
vengono raggiunti attraverso la nuova formulazione del diritto
naturale e dei diritti dell'uomo.
Il pensiero illuminista ebbe
profonde conseguenze sull'organizzazione dello stato.
La filosofia
elaborò principi fondamentali quali: - la teoria del contratto
sociale, che considera l'esercizio del potere il risultato di un
contratto stipulato fra il popolo e chi lo governa; - la sovranità del
popolo, secondo cui il potere statale è nelle mani del popolo; - la
separazione dei poteri, che prevede, ai fini di evitare abusi, di
ripartire quest'ultimo fra diversi organi in grado di controllarsi
reciprocamente; espressione classica di questa concezione si trova in
Locke e Montesquieu; - la necessità di una partecipazione democratica
di tutti al potere.
L'affermazione di tali principi si realizzò per
vie diverse.
In Inghilterra si impose una monarchia costituzionale.
Nel resto d'Europa si sviluppò l'assolutismo illuminato, secondo il
principio: «Nulla con il popolo, tutto per il popolo.»
In Francia, la
realizzazione delle nuove idee sullo stato e sui diritti dei suoi
cittadini venne tentata attraverso la rivoluzione del 1789.