La proposizione relativa propria
La proposizione subordinata relativa propria svolge la funzione di chiarire o spiegare il significato della reggente con la quale si collega mediante un pronome o un avverbio relativo.
La proposizione subordinata relativa propria può essere introdotta da:
• pronomi relativi: che, cui, il quale
• pronomi misti: chi, chiunque
• avverbi relativi e relativi indefiniti: dove, da dove, donde, dovunque…
Il ragazzo che hai conosciuto ieri è scomparso.
Il bambino cui ha prestato il libro mi ha chiesto di telefonarti.
Chiunque sappia qualcosa deve parlare.
Il paese dove viveva era veramente triste.
Dovunque si trovasse, non dava notizie di sé.
Quando una proposizione subordinata relativa propria è introdotta da un pronome misto, per fare l’analisi del periodo, occorre scindere i due pronomi che lo compongono.
Le proposizioni relative proprie possono avere forma esplicita o implicita.
Nella forma esplicita il predicato verbale è:
• all'indicativo, se esprime un fatto considerato certo, reale.
• al congiuntivo o al condizionale quando indica un fatto incerto, possibile, desiderabile, solo ipotizzato, temuto…
Ciò che sostieni non è vero.
Era generoso con chiunque avesse bisogno.
E' una persona che frequenterei volentieri.
Nella forma implicita ha il predicato verbale è all'infinito, introdotto da un pronome relativo con funzione di complemento indiretto (cui, di cui, al quale, col quale, dal quale…).
Ho individuato il tipo giusto cui affidare l’incarico.
Sono considerate relative implicite, anche se non sono introdotte da un pronome relativo, alcune costruzioni particolari che possono essere trasformate in relative esplicite.
Si tratta di proposizioni formate mediante le seguenti costruzioni:
• da seguito dall'infinito
• il primo a…, pochi a…, seguiti dall'infinito
• participio presente o passato
Il libro da leggere (=che si deve leggere) è veramente noioso.
Ho letto un libro riguardante (= che riguardava) la guerra.
Il treno arrivato (= che è arrivato) ora è in ritardo.
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Le proposizioni relative proprie si distinguono, sulla base della loro funzione nella frase, in:
• relative determinative, quando forniscono un’informazione che completa il significato del periodo.
Es.
Ammira i ragazzi che studiano (= studiosi).
• relative accessorie, quando forniscono un’informazione non indispensabile per dare significato al periodo.
Es.
Questo libro, che ho avuto in prestito, è molto interessante.
“Che ho avuto in prestito” si può togliere senza che muti il senso del periodo.
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La proposizione relativa impropria
Le proposizioni relative improprie svolgono all’interno del periodo una funzione diversa; hanno quindi il valore di altre subordinate.
Ecco alcuni esempi.
Relative temporali
L'ho visto che (= quando) rientrava.
Mi vide che (= quando) arrivavo proprio allora.
Relative causali
Beati voi che (= perché) andate in vacanza.
Mi sono legato a te, che (= perché) mi sei stato amico nei momenti difficili.
Relative finali
Manderò uno che (= affinché) lo avverta.
Cercavo una persona che (= affinché) mi desse notizie dei miei genitori.
Relative consecutive
Non è uno che (= tale che) ti tradisca.
La mamma è la sola persona (= tale che) che mi può confortare.
Relative concessive
Egli che aveva (= sebbene avesse) ragione, tacque.
Quel tuo amico, che è tanto studioso (=sebbene sia tanto studioso), non si è ancora laureato.
Relative condizionali
Chi (= se uno) dicesse questo, sbaglierebbe.
Chi (=se qualcuno) lo avesse visto in quelle condizioni, si sarebbe raccapricciato.
Relative locative
La città nella quale (=dove) sono nato è Napoli.