La coordinazione e la subordinazione
In conseguenza del legame logico che si instaura tra le proposizioni di un periodo, si distinguono due tipi di collegamenti sintattici: la coordinazione o paratassi e la subordinazione o ipotassi.
Si ha un collegamento per coordinazione o paratassi quando due o più proposizioni si collocano sullo stesso piano sintattico; si ha invece un collegamento per subordinazione o ipotassi quando una proposizione dipende da un’altra dal punto di vista della sintassi e del significato.
Es.
Domenica vuoi andare al mare o restare a casa?
Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero, disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido
portava due bambole in dono...
(Giovanni Pascoli, Myricae, Elegie III, "X Agosto")
[paratassi]
Non credo di restare in silenzio, quando arriverà.
Sarei andato lì, se solo non mi avessero bloccato questi impegni.
[ipotassi]
La coordinazione e i diversi tipi di coordinazione
Si ha un legame di coordinazione - o di paratassi - quando due o più proposizioni si collegano tra loro, ma rimangono autonome sul piano del significato e della sintassi, tanto che una qualsiasi di esse potrebbe essere staccata dal periodo.
Tra le proposizioni coordinate si può comunque stabilire un ordine gerarchico, che viene determinato esclusivamente dalla loro collocazione nel periodo: la prima è considerata la proposizione principale, mentre le successive sono considerate coordinate ad essa.
Una proposizione coordinata può legarsi tanto alla proposizione principale, quanto a una subordinata.
Il collegamento per coordinazione può avvenire:
• mediante un segno di punteggiatura (una virgola, due punti, punto e virgola)
In questo caso si parla di coordinazione per asindeto.
Es.
« Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori,
le cortesie, l'audaci imprese io canto... »
(Ludovico Ariosto, Orlando furioso, canto I)
• mediante una o più congiunzioni (e, ma, o…)
Es.
Sei simpatico, ma non esco con te.
Casi particolari di coordinazione sono la correlazione e il polisindeto.
• la coordinazione per correlazione realizza il collegamento tra le proposizioni mediante pronomi o avverbi correlativi.
Es.
Sono tanto stanco quanto arrabbiato.
• la coordinazione per polisindeto vede la ripetizione della medesima congiunzione davanti a tutte le proposizioni del periodo.
Es.
E mi chiama e mi cerca e non mi dà tregua.
Le proposizione coordinate si distinguono in base al tipo di congiunzione da cui sono introdotte.
Di conseguenza una proposizione coordinata può essere:
• copulativa
E’ introdotta da una congiunzione copulativa, affermativa (anche, e, pure, inoltre…) o negativa, (né, neanche, nemmeno, neppure), che la unisce ad un'altra proposizione semplicemente accostandola ad essa.
Es.
Mangio e bevo tranquillamente.
Non so nulla, né voglio sapere nulla.
• disgiuntiva
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E’ introdotta da una congiunzione disgiuntiva (altrimenti, o, oppure, ovvero …), che stabilisce un rapporto di esclusione, ponendola in alternativa con un'altra proposizione.
Es.
Vieni qui subito, altrimenti sono guai.
• avversativa
E’ introdotta da una congiunzione avversativa (anzi, bensì, eppure, invece, ma, nondimeno, però, peraltro, piuttosto, pure, tuttavia …), che la pone in contrapposizione con un'altra.
Es.
Non era granché preparato, eppure superò l’esame.
• conclusiva
E’ introdotta da una congiunzione conclusiva (allora, ebbene, perciò, pertanto, quindi…), che le attribuisce la funzione di spiegare la conseguenza o la conclusione logica di un'affermazione precedente.
Es.
Si sta facendo tardi, quindi spicciati.
• dichiarativa o esplicativa
E’ introdotta da una congiunzione dichiarativa o esplicativa (cioè, difatti, in effetti, infatti, ossia, vale a dire…), che le attribuisce la funzione di spiegare o dimostrare l'affermazione precedente.
Es.
Sei arrabbiato con me, infatti non mi hai telefonato.
• correlativa
E’ introdotta da una congiunzione correlativa ( e… e; o … o; né … né; non solo … ma anche; sia … sia; sia che … sia che…), che la lega strettamente alla proposizione alla quale si collega, in modo che le due proposizioni si richiamino reciprocamente.
Es.
Non solo non hai fatto i compiti, ma pretendi anche che ti lasci uscire.
La subordinazione e i diversi tipi di subordinazione
Si ha un legame di subordinazione quando due o più proposizioni si collegano tra loro in un rapporto di dipendenza l'una dall'altra. In quanto dipendenti dalla principale o da un'altra proposizione subordinata, queste proposizioni si chiamano anche dipendenti o secondarie.
Una proposizione subordinata può reggere una o più proposizioni coordinate o anche altre proposizioni subordinate; per questo ad ogni proposizione subordinata si attribuisce un grado di subordinazione rispetto alla proposizione dalla quale è retta, che prende il nome di proposizione reggente.
Le proposizioni subordinate possono essere:
• esplicite, quando il predicato è costituito da un verbo di modo finito.
• implicite, quando il predicato è costituito da un verbo di modo indefinito.
Le proposizioni subordinate si distinguono sulla base della funzione che svolgono nel periodo.
Tutti attendevano le il suo arrivo = complemento oggetto
Tutti attendevano che arrivasse = proposizione subordinata oggettiva
Siamo qui in tua difesa = complemento di fine
Siamo qui per difenderti = proposizione subordinata finale
Sono in ritardo per uno sciopero dei treni = complemento di causa
Sono in ritardo perché c’è uno sciopero dei treni = proposizione subordinata causale
E' evidente che le proposizioni subordinate evidenziate svolgono nel periodo una funzione analoga a quella che i complementi hanno nella frase semplice prima riportata.
In base alla loro funzione, le proposizioni subordinate si distinguono nei seguenti tipi:
• complementari dirette (definite anche sostantive o completive)
Completano direttamente il senso del messaggio, svolgendo la stessa funzione che nella frase semplice svolgono il soggetto e il complemento oggetto.
Comprendono le proposizioni subordinate:
soggettiva, oggettiva, dichiarativa, interrogativa indiretta, dubitativa
• attributive (definite anche appositive o aggettive)
Svolgono la stessa funzione esercitata nella frase semplice dall'attributo e dall'apposizione.
Comprendono le proposizioni subordinate relative proprie.
• complementari indirette (definite anche avverbiali)
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Svolgono la stessa funzione che nella frase semplice svolgono i complementi indiretti e gli avverbi.
Comprendono molte proposizioni subordinate, tre le quali:
causale, finale, consecutiva, temporale, concessiva, modale, comparativa,