analisi grammaticale del pronome
Per fare l'analisi grammaticale di un pronome, bisogna distinguere se si tratta diun pronome PERSONALE o appartenente ad altra categoria.
I pronomi PERSONALI
indicano le diverse persone che intervengono in un processo comunicativo.
In particolare indicano:
a) la persona che parla (prima persona);
b) la persona a cui si parla ( seconda persona);
c) la persona, animale o cosa di cui si parla (terza persona).
Sono variabili nel numero e, limitatamente alla terza persona singolare e plurale, anche nel genere.
Le loro forme si differenziano in rapporto alla funzione che svolgono nella frase:
I) quando sono usati come soggetto hanno una sola forma:
io, tu, egli, esso, ella, essa, noi, voi, essi, esse;
II) quando sono usati come complemento hanno due forme diverse:
- forme toniche o forti, come me, te, sé, lui;
- forme atone o deboli come gli, le, ne, mi, ti, si, li, vi.
(in questo ultimo caso si appoggiano per la pronuncia al verbo che le precede o le segue).
Le forme atone possono precedere il verbo oppure unirsi ad esso formando un’unica parola.
Esempio:
A me interessa seguire quel corso.
Mi interessa seguire quel corso.
Le dirò quanto la stimo.
Intendo dirle quanto la stimo.
I pronomi personali possono essere usati anche in forma riflessiva,
quando l'azione compiuta dal verbo ricade sul soggetto stesso che la compie.
Esempio:
Tu ti vesti (tu vesti te stesso);
io mi pettino (io pettino me stesso).
Il pronome personale soggetto viene di solito omesso in quanto
l'identificazione della persona è affidata alla desinenza verbale.
Esempio:
E’ molto tardi, [io] devo andare.
Il soggetto si trova espresso quando la voce verbale potrebbe determinare ambiguità;
ad esempio nella frase: "Credo che abbia ragione", il verbo “potrebbe” essere tanto di seconda quanto di terza persona. Se ci si vuole riferire alla seconda persona, è indispensabile inserire il pronome personale tu: "Credo che tu abbia ragione".
La presenza del pronome personale serve inoltre a dare un particolare rilievo al soggetto:
Ad es. nella frase: “E’ molto tardi, io devo andare”, la presenza del pronome personale di prima persona indica la volontà di separare il comportamento di chi parla da quello degli altri, come se si dicesse: “E’ molto tardi, io devo andare [voi potete restare]”.
I pronomi tu, lei, voi, quando si usano per rivolgersi a una persona, oralmente o per scritto, si dicono allocutivi.
In particolare il pronome lei, usato per interloquire con le persone di riguardo, viene detto pronome di cortesia;
quando la persona a cui ci si rivolge è un uomo, il pronome lei deve essere concordato al maschile.
Esempio:
Signor presidente, siamo onorati che lei sia venuto al nostro convegno!
Il pronome personale di prima persona singolare io deriva dal pronome latino ego (= io).
Per i pronomi NON PERSONALI, si deve precisarne:
a) la categoria d'appartenenza: possessivo, dimostrativo, identificativo, indefinito, relativo, misto, interrogativo, esclamativo;
b) il genere: maschile o femminile;
c) il numero: singolare o plurale.
Esempio:
Questa carne non mi sembra fresco: mi dia quella.
quella = pronome dimostrativo, femminile, singolare.
Per fare l'analisi grammaticale di un pronome personale, si deve precisare:
1) se è in funzione di soggetto:
- il numero;
- il genere (quando possibile):
Esempio:
Questo disegno è certamente di tua sorella: solo lei sa disegnare così bene.
lei = pronome personale, terza persona singolare, femminile.
Avete ragione voi.
voi = pronome personale, seconda persona plurale
2) se è in funzione di complemento:
- se è una forma tonica;
- se è una forma atona.
Esempio:
Carlo verrà sicuramente: non posso dire altrettanto di te.
te = pronome personale, forma forte.
Porgimi il sale, per favore.
-mi = pronome personale, forma atona.
3) se è usato in forma riflessiva:
- se è una forma riflessiva propria;
- se è parte integrante del verbo.
Esempio:
Perché ti pettini in quel modo?
ti = pronome personale, forma riflessiva propria.
Non vergognarti di quel tuo piccolo difetto.
-ti = particella integrante del verbo.