Il complemento di specificazione
Il complemento di specificazione precisa o spiega il significato generico del termine da cui dipende.
Risponde alle domande: di chi? di che cosa?
E' introdotto dalla preposizione di, semplice o articolata:
Es.
Il racconto del testimone era poco credibile.
Di chi era il racconto? = del testimone
del testimone = complemento di specificazione.
L’acqua del fiume scorreva lentamente.
Di che cos’era l’acqua che scorreva lentamente? = del fiume
del fiume = complemento di specificazione.
Può dipendere da un verbo, da un nome, da un aggettivo.
Es.
Ti sei ricordato del pane?
il complemento di specificazione del pane dipende dal verbo ti sei ricordato?.
Marco è curioso di ogni cosa.
il complemento di specificazione di ogni cosa dipende dall’aggettivo curioso.
Il complemento di specificazione può stabilire vari tipi di rapporto col termine dal quale dipende. Può indicare:
- un rapporto attributivo quando svolge una funzione analoga a quella di un attributo; in questo caso può essere sostituito da un aggettivo.
Es.
Le vacanze di Natale (= natalizie) sono vicine.
- un rapporto di possesso o di appartenenza:
Es.
Questa libro è di mio cugino.
- un rapporto di parentela o di relazione interpersonale:
Es.
Ho conosciuto la sorella di Franco.
- l'autore di un'opera:
Es.
Abbiamo letto e commentato alcuni passi delle opere di Hermann Hesse.
In dipendenza da nomi che contengono un'idea di azione (sono per lo più nomi derivati da verbi: amore = amare; costruzione = costruire; desiderio = desiderare, ecc… ) il complemento di specificazione può avere due valori: un valore soggettivo o un valore oggettivo:
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- ha un valore soggettivo quando specifica l'essere animato o inanimato che compie l'azione o prova il sentimento espresso dal nome da cui dipende.
Sostituendo il sostantivo da cui dipende con il verbo corrispondente, il complemento di specificazione soggettivo assume il valore di soggetto:
Es.
La pietà dei passanti rincuorò il mendicante (=i passanti provano pietà) .
La vittoria dell’atleta straniera era scontata (=l’atleta vince).
- ha un valore oggettivo quando specifica l'essere animato o inanimato che subisce l'azione o prova il sentimento espresso dal nome da cui dipende.
Sostituendo il sostantivo da cui dipende con il verbo corrispondente, il complemento di specificazione oggettivo assume il valore di complemento oggetto.
Es.
Non possiamo dimenticare l'amore dei genitori (= noi proviamo amore).
Il desiderio di onori l’aveva spinto ad agire senza scrupoli (= desiderava onori).
Occorre fare molta attenzione a non confondere il complemento di specificazione con altri complementi introdotti dalla preposizione di, semplice o articolata:
Es.
Desiderava avere dei figli, ma non poteva averne.
dei figli = complemento oggetto.
Sulle pergamene c’erano delle stupende miniature.
Delle stupende miniature. = soggetto.
Con grande frequenza la particella pronominale ne assume il valore di complemento di specificazione.
Es.
Vorrei altro pane: ne (= di questo) hai ancora tu?
Li ho cercati al telefono, ma nessuno ne (= di essi) sa niente.
Il termine specificazione deriva dal verbo tardo latino specificare, composto da species [= concetto] e facere [= fare].
Il complemento partitivo
Il complemento partitivo indica il tutto di cui si considera parte il termine reggente.
Risponde alle domande: tra chi? tra che cosa?
E' introdotto per lo più dalle preposizioni di, tra, fra.
Es.
Il compito era pieno di una quantità di errori.
di errori = complemento partitivo.
Alcuni tra noi non si sono comportati bene.
tra noi = complemento partitivo.
Dipende di norma da:
- nomi che indicano quantità o misura.
Es.
Cappuccetto Rosso portava un chilo di mele.
- aggettivi numerali.
Es.
Solo uno degli alunni era preparato.
- aggettivi di grado superlativo:
Es.
Questo vaso è il più antico del mia collezione.
- pronomi interrogativi.
Es.
Chi di voi ha preso la mia lettera?
- pronomi indefiniti.
Es.
Qualcuno tra voi non sta dicendo la verità.
- avverbi di quantità.
Es.
Lascia al cane un po' di crocchette.
Il termine partitivo deriva dalla parola latina partitus, participio passato del verbo partire [= dividere].
Il complemento di denominazione
Il complemento di denominazione determina con un nome specifico (per lo più un nome proprio) il nome generico che lo precede.
Risponde alla domanda: di quale nome?
E' introdotto dalla preposizione di (semplice o articolata).
Es.
L’isola di Capraia ha paesaggi di straordinaria bellezza.
Quale isola ha paesaggi di straordinaria bellezza? = di Capraia
di Capraia = complemento di denominazione.
Di norma il complemento di denominazione accompagna:
- nomi geografici, come città, isola, mare, stato, regno…
Es.
Ho passato una settimana sulle colline delle Langhe.
Lo Stato di Israele è stato creato nel 1948.
- termini come: nome, cognome, pseudonimo, soprannome, titolo…
Es.
Il Conte di Montecristo è un celebre romanzo di Alexandre Dumas.
L’uomo era conosciuto con lo pseudonimo di Papillon.
- termini come: anno, mese…
Es.
Nel mese di giugno ha inizio la mietitura.
Non bisogna confondere il complemento di denominazione con il complemento predicativo del soggetto o del complemento oggetto.
Es.
Il Mar Rosso fu chiamato dai Romani Mare Rubrum.
Mare Rubrum = complemento predicativo del soggetto
Nominarono Winston Churchill primo ministro.
primo ministro = complemento predicativo dell’oggetto.
Il termine denominazione deriva dalla parola latina denominatio [= designazione].
Il complemento di paragone
Indica il secondo termine di paragone, in dipendenza da un aggettivo o da un avverbio al grado comparativo.
Risponde alle domande: rispetto a chi? meno di chi? più di chi? meno di che cosa? più di che cosa? quanto chi? come chi? quanto che cosa? come che cosa? piuttosto che?
Nel caso del comparativo di maggioranza e di minoranza è introdotto dalla preposizione di o dalla congiunzione che.
Nel caso del comparativo di uguaglianza è introdotto dalla congiunzione come o dall'avverbio quanto.
Es.
Laura è più estroversa di Roberta.
Queste pesche sono più mature di quelle.
Questa torta è più buona che bella.
Egli è più bravo di te.
Il libro che mi hai regalato è più bello che divertente.
Negli spinaci c’è meno ferro che nella rucola.
Il mio libro è meno bello del tuo.
Il mio maglione è rosso come il tuo.
Mio padre è alto quanto me.
Tu sei tanto studioso quanto intelligente.
Tu sei non meno studioso di Carlo.
Il complemento di materia
Il complemento di materia indica il materiale o la sostanza di cui è fatto un determinato oggetto. In senso figurato può riguardare anche una persona.
Risponde alla domanda: fatto di che cosa, di quale materia?
Dipende di norma da un nome o, più raramente da un verbo, come costruire, fabbricare, fare.
E' introdotto dalle preposizioni di e in.
Es.
Beveva da una tazza in alluminio.
L’acqua è composta di idrogeno e di ossigeno.
Maria ha rotto la bambola di porcellana di sua sorella.
Gli regalò un libro prezioso con la copertina in cuoio.
Ma sei proprio di ghiaccio!
Il complemento di termine
Il complemento di termine indica la persona o la cosa a cui si rivolge o sulle quali “ha termine” l'azione espressa dal predicato.
Risponde alle domande: a chi? a che cosa?
E' introdotto dalla preposizione a (semplice o articolata):
Es.
Ho consegnato a Carlo la tua lettera.
A chi ho consegnato la tua lettera? = a Carlo
a Carlo = complemento di termine.
Dovevo restituire a Marco il film.
A chi dovevo restituire il film? = A Marco
A Marco = complemento di termine.
La preposizione manca davanti ai pronomi personali mi (= a me), ti (= a te), gli (= a lui), le (= lei), me), si (= a sé), vi (= a voi), loro (= a loro).
Es.
Gli (= a lui) restituì il libro.
Gli studenti vollero darsi (= a sé) un regolamento.
Davanti al pronome relativo cui la collocazione della preposizione a è facoltativa.
Es.
Lo studente, cui ti riferisci, ha difficoltà in diverse materie.
Il ragazzo, a cui aveva rivolto la domanda, rispose correttamente.
Il complemento di termine può dipendere:
- da un verbo, transitivo o intransitivo, di cui costituisce spesso il completamento indispensabile per il significato della frase.
Es.
Ho conferito al dottor Rossi l’incarico.
- da un aggettivo - in particolare da aggettivi indicanti utilità o svantaggio (utile, inutile, adeguato, inadeguato…); somiglianza o diversità (analogo, simile, conforme, dissimile, uguale, contrario…), amicizia o ostilità (caro, grato, opposto, ostile…), attitudine o disposizione (adatto, necessario, propenso…).
Es.
Questa moto è quasi eguale alla mia.
Questo strumento non è adatto all’operazione che dobbiamo fare.
- da un nome o da un avverbio che rientrino nella stessa area di significato degli aggettivi sopra indicati.
Es.
La mia gratitudine a tua madre non verrà mai meno.
Si è comportato conformemente alle disposizioni di legge.
Il vocabolo termine deriva dalla parola latina terminus [= limite, confine].