I Contenuti
La seconda lettera ai Tessalonicesi
riprende e sviluppa alcuni temi della lettera precedente, in
particolare quello della venuta del Signore Gesù. Non dobbiamo
agitarci come se quel giorno fosse imminente, perché esso deve
essere preceduto da due eventi: la grande crisi dei tempi decisivi,
annunciata già dai profeti, e la comparsa del terribile avversario,
opposto a Dio e ai suoi credenti (2,1-5). E l'apostolo aggiunge:
prima ancora, deve essere tolto di mezzo ciò, o colui, che ora frena
la manifestazione del "mistero dell'iniquità" (2,7). Nell'attesa
della manifestazione del Signore, l'apostolo esorta i suoi cristiani
alla fedeltà alle tradizioni ricevute e alla laboriosità (3,10). Lo
schema è assai semplice:
Indirizzo, saluto e preghiera (1,1-12)
I segni della venuta del Signore (2,1-12)
Speranza e operosità
(2,13-3,15)
Saluti (3,16-18).
Le caratteristiche
La lettera, che presenta un tono alquanto distaccato, ha
soprattutto lo scopo di precisare e correggere posizioni errate
circa il ritorno del Signore. La lettera usa un linguaggio piuttosto
oscuro, probabilmente più comprensibile ai primi destinatari.
L'origine
Tradizionalmente si pensa che 2Ts sia stata
scritta da Paolo poco dopo 1Ts, verso gli anni 50/51, in seguito a
nuove informazioni. Alcuni studiosi moderni, a motivo delle
differenze di stile e di contenuto fra le due lettere, pensano
invece che questa seconda lettera sia stata scritta da un discepolo
di Paolo, qualche decennio dopo la prima, in una situazione
radicalmente diversa della comunità di Tessalònica. L'ipotesi però
non sembra tale da togliere autorevolezza all'opinione tradizionale.
In realtà, i contenuti delle due lettere non solo non si
contraddicono, ma si completano a vicenda. I destinatari di questa
lettera sono dunque gli stessi della prima, ma dal punto di vista
dottrinale la loro situazione appare aggravata. Mentre in passato i
Tessalonicesi erano preoccupati di sapere qualcosa che ignoravano
(di qui la 1Ts), ora appaiono sin troppo sicuri delle loro
convinzioni errate, sorte da pretese rivelazioni, o da insegnamenti
falsamente attribuiti all'apostolo.
1Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicesi che è in Dio Padre nostro e nel Signore Gesù Cristo: 2a voi, grazia e pace da Dio Padre e dal Signore Gesù Cristo.
3Dobbiamo sempre rendere grazie a Dio per voi, fratelli, come è giusto, perché la vostra fede fa grandi progressi e l’amore di ciascuno di voi verso gli altri va crescendo. 4Così noi possiamo gloriarci di voi nelle Chiese di Dio, per la vostra perseveranza e la vostra fede in tutte le vostre persecuzioni e tribolazioni che sopportate.
5È questo un segno del giusto giudizio di Dio, perché siate fatti degni del regno di Dio, per il quale appunto soffrite. 6È proprio della giustizia di Dio ricambiare con afflizioni coloro che vi affliggono 7e a voi, che siete afflitti, dare sollievo insieme a noi, quando si manifesterà il Signore Gesù dal cielo, insieme agli angeli della sua potenza, con 8fuoco ardente, per punire quelli che non riconoscono Dio e quelli che non obbediscono al vangelo del Signore nostro Gesù. 9Essi saranno castigati con una rovina eterna, lontano dal volto del Signore e dalla sua gloriosa potenza. 10In quel giorno, egli verrà per essere glorificato nei suoi santi ed essere riconosciuto mirabile da tutti quelli che avranno creduto, perché è stata accolta la nostra testimonianza in mezzo a voi.
11Per questo preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, 12perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.
"NOTE" Capitolo 01 INDIRIZZO, SALUTO E PREGHIERA (1,1-12) 1,5 Per incoraggiare i credenti, l’apostolo fa appello al giusto giudizio di Dio, identificato con la venuta (o giorno, v. 10) del Signore nostro Gesù. 1,7-10 Le immagini che Paolo utilizza sono mutuate dai testi biblici (vedi ad es. Es 3,2; Sal 68,35; 79,6; 89,8; Is 2,10.19.21; 49,3; 66,4-5; Ger 10,25).
1Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, 2di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente.
3Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti verrà l’apostasia e si rivelerà l’uomo dell’iniquità, il figlio della perdizione, 4l’avversario, colui che s’innalza sopra ogni essere chiamato e adorato come Dio, fino a insediarsi nel tempio di Dio, pretendendo di essere Dio.
5Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, io vi dicevo queste cose? 6E ora voi sapete che cosa lo trattiene perché non si manifesti se non nel suo tempo. 7Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo colui che finora lo trattiene. 8Allora l’empio sarà rivelato e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà con lo splendore della sua venuta. 9La venuta dell’empio avverrà nella potenza di Satana, con ogni specie di miracoli e segni e prodigi menzogneri 10e con tutte le seduzioni dell’iniquità, a danno di quelli che vanno in rovina perché non accolsero l’amore della verità per essere salvati. 11Dio perciò manda loro una forza di seduzione, perché essi credano alla menzogna 12e siano condannati tutti quelli che, invece di credere alla verità, si sono compiaciuti nell’iniquità.
13Noi però dobbiamo sempre rendere grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza, per mezzo dello Spirito santificatore e della fede nella verità. 14A questo egli vi ha chiamati mediante il nostro Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.
15Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete appreso sia dalla nostra parola sia dalla nostra lettera. 16E lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, 17conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene.
"NOTE" Capitolo 02 I SEGNI DELLA VENUTA DEL SIGNORE (2,1-12) 2,1-2 La venuta del Signore … 2,1-2 L’apostolo mette in guardia i fedeli di fronte all’allarmismo di chi afferma che la venuta del Signore è imminente. D’altra parte nella prima lettera egli aveva detto, ripetendo frasi di Gesù, che nessuno ne conosce il tempo (1Ts 5,1-2). 2,3-12 … e i segni che la precederanno 2,3-12 Si descrivono i segni che devono accadere prima del ritorno del Signore. Innanzi tutto si descrive l’apostasia, che precede il tempo finale. Il linguaggio è ispirato ai testi del libro di Daniele. 2,3 L’uomo dell’iniquità, di cui è certa la perdizione, è descritto con allusioni a vari testi biblici (in particolare Is 14,13-14; Ez 28,2; Dn 11,36). È una figura rappresentativa di tutti i falsi profeti, che sono al servizio dell’empietà e che operano con la potenza di Satana. 2,6 Su che cosa (o su chi, v. 7) impedisca la manifestazione dell’uomo dell’iniquità (v. 3) o dell’empio (v. 8), vi sono diverse interpretazioni. L’autore intende far notare, in ogni caso, che non vi sono ancora le condizioni previste per il pieno dispiegarsi dell’apostasia, come segno che precede la venuta del Signore. 2,7 Il mistero dell’iniquità è un’espressione antitetica al “mistero della vera religiosità” (1Tm 3,16), per indicare il disegno nascosto di Satana, che si realizza attraverso protagonisti che operano nella storia umana. 2,8 Alla venuta finale del Signore Gesù si oppone quella dell’empio, che però viene distrutto dal soffio della sua bocca (espressione che richiama Is 11,4). 2,9 L’empio sta al servizio di Satana, che lo abilita a compiere i segni e i prodigi dei falsi profeti (vedi Mt 24,24; Ap 13,14). SPERANZA E OPEROSITÀ (2,13-3,15) 2,13-17 Perseverate nella speranza 2,13 La primizia designa la parte della messe scelta e riservata al Signore per rappresentare la consacrazione a lui di tutto il raccolto. La primizia per la salvezza è anticipo e garanzia per l’intero processo salvifico. La frase riprende temi della prima lettera ai Tessalonicesi (1Ts 1,4). 2,15 La tradizione apostolica è trasmessa e conservata sia oralmente sia per iscritto (2,5; 3,6; 1Cor 11,2).
1Per il resto, fratelli, pregate per noi, perché la parola del Signore corra e sia glorificata, come lo è anche tra voi, 2e veniamo liberati dagli uomini corrotti e malvagi. La fede infatti non è di tutti. 3Ma il Signore è fedele: egli vi confermerà e vi custodirà dal Maligno.
4Riguardo a voi, abbiamo questa fiducia nel Signore: che quanto noi vi ordiniamo già lo facciate e continuerete a farlo. 5Il Signore guidi i vostri cuori all’amore di Dio e alla pazienza di Cristo.
6Fratelli, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, vi raccomandiamo di tenervi lontani da ogni fratello che conduce una vita disordinata, non secondo l’insegnamento che vi è stato trasmesso da noi. 7Sapete in che modo dovete prenderci a modello: noi infatti non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi, 8né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato duramente, notte e giorno, per non essere di peso ad alcuno di voi. 9Non che non ne avessimo diritto, ma per darci a voi come modello da imitare. 10E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato questa regola: chi non vuole lavorare, neppure mangi. 11Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione. 12A questi tali, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità. 13Ma voi, fratelli, non stancatevi di fare il bene. 14Se qualcuno non obbedisce a quanto diciamo in questa lettera, prendete nota di lui e interrompete i rapporti, perché si vergogni; 15non trattatelo però come un nemico, ma ammonitelo come un fratello.
16Il Signore della pace vi dia la pace sempre e in ogni modo. Il Signore sia con tutti voi.
17Il saluto è di mia mano, di Paolo. Questo è il segno autografo di ogni mia lettera; io scrivo così. 18La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con tutti voi.
"NOTE" Capitolo 03 3,1-5 Pregate per noi 3,6-15 Lavorate in pace 3,6-15 L’attesa della venuta imminente del Signore crea un clima di emergenza e disimpegno da parte di alcuni, che abbandonano il lavoro e si fanno mantenere dalla comunità. Questa tendenza è favorita anche dalla mentalità greco-romana che disprezza il lavoro manuale, riservato agli schiavi. Perciò è quanto mai opportuno l’invito a lavorare in pace. SALUTI (3,16-18) 3,16-18 La lettera si chiude con i saluti. Essa è stata dettata a uno scrivano o segretario e viene autenticata mediante il saluto autografo dell’autore (vedi 1Cor 16,21; Gal 6,11; Col 4,18).