I Contenuti
Il vangelo secondo Giovanni narra - come
gli altri vangeli - avvenimenti della vita di Gesù, a partire
dall'incontro con Giovanni il Battista fino agli ultimi incontri con
i discepoli (in particolare Pietro e il discepolo prediletto), dopo
la sua risurrezione. Il racconto è introdotto da un prologo (1,1-18)
e si conclude con l'ultima apparizione di Gesù al lago di Tiberiade
(c. 21). Il corpo del racconto è organizzato in due parti: dalla
prima Pasqua agli episodi successivi alla risurrezione di Lazzaro
(1,19-12,50) e poi dall'ultima cena alle apparizioni del Risorto ai
discepoli (13,1-20,31). Nella prima parte la narrazione si snoda
attorno alle feste dei Giudei e ai miracoli (o "segni") e
insegnamenti di Gesù; nella seconda si assiste al passaggio dalla
Pasqua dei Giudei alla Pasqua di Gesù. Si può proporre la seguente
divisione:
Prologo (1,1-18)
Prima Pasqua (1,19-4,54)
Una
festa dei Giudei (5,1-47)
Seconda Pasqua (6,1-71)
Festa delle
Capanne (7,1-10,21)
Festa della Dedicazione del tempio
(10,22-11,57)
Ultima Pasqua (12,1-50)
Cena e addio ai
discepoli (13,1-17,26)
Passione, morte e risurrezione di Gesù
(18,1-20,31)
Altri racconti pasquali (21,1-25).
Le
caratteristiche
Il vangelo di Giovanni coincide con quelli di
Matteo, Marco e Luca (molto più simili tra loro) in punti
importanti: l'inizio con il Battista, la presenza dei discepoli,
l'attività taumaturgica, l'insegnamento con autorità, la condanna a
morte, la crocifissione e, infine, la risurrezione di Gesù. Ma
presenta anche momenti di tipica autonomia: il periodo dell'attività
pubblica di Gesù dura oltre due anni e non uno solo: i suoi
spostamenti dalla Galilea a Gerusalemme avvengono non una, ma più
volte; i miracoli narrati sono diversi (a eccezione di quelli del c.
6); d'impostazione diversa è soprattutto l'insegnamento, che insiste
sulla missione e preesistenza di Gesù e sulla sua unione con il
Padre e presenta con diverso linguaggio il mistero della Chiesa e
delle ultime realtà. Questa diversità è da spiegare soprattutto con
la vicenda personale dello scrittore e la situazione dei lettori.
L'origine
L'autore del quarto vangelo è identificato
già dalle antiche testimonianze della tradizione ecclesiastica con
Giovanni, uno dei Dodici, figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo.
In questo vangelo non si incontra mai il suo nome, mentre solo in
esso compare la figura del "discepolo che Gesù amava": la tradizione
antica ha spiegato il fatto identificando Giovanni e il discepolo
prediletto. Il vangelo sarebbe stato scritto durante la vecchiaia
avanzata di questo apostolo, nella comunità cristiana di Èfeso.
Oggi, per lo più, si ritiene che il processo di formazione del libro
sia il risultato di un incontro, maturato attraverso un non breve
travaglio, fra tradizioni risalenti alla vita di Gesù e riflessioni
elaborate in un caratteristico ambiente ecclesiale, con riferimento
alla personalità dell'apostolo Giovanni, quale fonte di ricordi e di
un pensiero fecondo.